Il 29 Luglio del 2021 è stato raggiunto l’Heart Overshoot Day, il giorno che segna un limite sul quale vale la pena di riflettere: abbiamo prelevato più di quanto avevamo a disposizione, per quest’anno, in termini di risorse rinnovabili che il pianeta ci fornisce.
In buona sostanza, in base ai calcoli del Foortprint network (un’organizzazione internazionale no-profit) in poco più di sette mesi ci siamo mangiati il disponibile di dodici. Dal 19 dicembre 1987, primo giorno in cui abbiamo sforato, questo evento si è registrato molte volte, e regolarmente la data si sposta sempre più indietro.
Siamo oramai prossimi alla data fatidica. Nel 2050 saremo nove miliardi di persone sulla terra. La crisi ambientale, è uno dei temi affrontati dalla conferenza di organizzazione CGIL, che da sempre è particolarmente sensibile alle tematiche che riguardano l’ambiente, che rimane una questione centrale. Si tratta di una prima riflessione, dalla quale emergeranno proposte da portare al Congresso della Confederazione il prossimo anno. Dovremo rivedere alcuni paradigmi sul modo di produrre,riequilibrando i consumi, indirizzando le risorse del pianeta che vadano nella direzione di un riequilibrio del modo di produrre, cosa produrre ma soprattutto per chi produrre.
Oggi, l’85% della popolazione mondiale, richiede alla natura più di quanto gli ecosistemi nazionali riescano a dar loro, per esempio l’Italia ha bisogno quattro volte la propria capacità di fornirne.
Questo apre scenari apocalittici paragonabili a quelli descritti dalla narrativa fantascientifica.
Per millenni l’uomo ha ricavato dalle risorse naturali l’energia per sfamarsi, costruire città, creare prodotti, poi questa risorsa si è rivelata insufficiente, oltre che inadeguata, alle esigenze dell’umanità in crescita costante e vorticosa.
Sono più di due secoli che bruciamo carbone, oltre un secolo che pompiamo petrolio, che estraiamo gas naturale; tre combustibili fossili che sono fatalmente in via di esaurimento. Attualmente, gli esseri umani, utilizzano ben il 75% in più di risorse di quello che il pianeta può attivamente rigenerare in un anno, ovvero l’equivalente di 1,7 Terre!
Quanta energia possiamo ancora consumare, ma soprattutto quante risorse ci rimangono ancora?
Si calcola che, al ritmo attuale dei consumi il nostro “capitale fossile” sarà presto esaurito. Petrolio-carbone-gas costituiscono oggi l’87% delle fonti mondiali di energia, mentre le rinnovabili il 7% e il nucleare il 6%.
Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, entro il 2035 le energie fossili scenderanno al 78%, mentre le rinnovabili dovrebbero raddoppiare.
Tra mezzo secolo saremo abbondantemente in “riserva”, al netto di ulteriori fonti che al momento, eccezion fatta per il nucleare, che ricomincia a fare capolino nel dibattito, non sembrano all’orizzonte. E nel frattempo milioni di ettari di foreste stanno scomparendo in tutto il mondo. Ogni anno una superficie forestale pari alla grandezza dell’Italia è rasa al suolo, di questo passo, in meno di un secolo avremo divorato tutte le grandi foreste del globo.
L’incidente alla centrale di Fukushima, ha riportato al centro dell’attenzione di tutti il problema dell’energia, riaprendo prepotentemente il dibattito sulle alternative al nucleare.
Vento, acqua e sole; ecco la triade! Nel 2030 queste tre fonti di energia, secondo Mark Jacobson, direttore del dipartimento di energia e atmosfera dell’università californiana di Stanford, potrebbero soddisfare il fabbisogno mondiale se i paesi industrializzati cominciassero da oggi ad investire nel progetto.
L’equazione crescita/progresso,se mai è stata mantenuta, ora non regge più, e l’equilibrio del rapporto tra natura, risorse disponibili, e loro utilizzo è fatalmente saltato è ora che i governi si assumano le loro responsabilità, lo faranno?
Per gli antichi greci la dea Terra (Gea) era nata dal Caos che avrebbe dato origine a tutte le cose. Impariamo a rispettarla se non vogliamo che ci precipiti di nuovo nel caos.