Al Saint Joseph Resort di Salerno non si aspettavano di certo una partecipazione così straordinaria, a tratta, da brividi. Quasi in 400 hanno partecipato, infatti, all’Assemblea delle Assemblee Generali di Categoria. Presenti tutte le dodici categorie e tantissime Associazioni, religiose e laiche. Al tavolo di presidenza il Segretario Generale Cgil Salerno, Antonio Apadula, i Segretari della Camera Confederale del Lavoro Maria Sueva Manzione e Luigi Adinolfi, il Segretario Generale Cgil Napoli e Campania Nicola Ricci e il Segretario Organizzativo Cgil Nazionale, Luigi Giove. Il confronto è stato coordinato dal presidente dell’assemblea di Salerno Pasqualino Picca.
Ad aprire i lavori il segretario Antonio Apadula che, nel suo intervento, ha toccato tutti i punti focali dell’iniziativa: sicurezza, sanità, salari, contratti, fisco e pensioni. Apadula ha ricordato i numeri devastanti dei morti sul lavoro. «Negli ultimi vent’anni sono 26mila i morti sul lavoro. Nel 2023, 1041. Nei primi tre mesi di questo 2024, si è registrata un’incidenza del 20% in più rispetto al 2023, pari ad una media di tre morti al giorno» – ha affermato Apadula che, non riuscendo a trattenere la commozione, ha chiesto alla platea un minuto di silenzio. «Lavoro è libertà, dignità, possibilità di immaginare e costruire il futuro. Non sono morti sul lavoro. Sono veri e propri omicidi normalizzati dall’assenza di regole, di controlli e di norme che, se pure ci sono, non vengono rispettate. Esistono strumenti per eliminare questa piaga sociale». Il segretario generale di Salerno ha poi parlato del caso Scurati e del pericoloso processo di censura che il governo Meloni sta mettendo in atto.
Di fatto l’Assemblea di oggi, come tutte quelle che si stanno svolgendo in Italia, hanno la funzione di entrare nel vivo della campagna referendaria. Tre temi per quattro quesiti. I primi due sui licenziamenti: uno sul superamento del contratto a tutele crescenti e l’altro sull’indennizzo nelle piccole imprese, previsti dal Jobs act; il terzo sulla reintroduzione delle causali per i contratti a termine; il quarto è relativo agli appalti, sulla responsabilità del committente sugli infortuni.
«I referendum proposti dalla Cgil – ha detto il segretario generale Nicola Ricci – sono la risposta politica che il sindacato vuole dare a questo Governo di destra e per cambiare le leggi in questo Paese. La nostra è una battaglia di democrazia che vogliamo portare avanti. Sabato scorso siamo scesi in piazza a Roma, insieme alla Uil, per far sentire a questo Governo la voce del Paese reale che chiede salute e sicurezza sul lavoro, diritto alla cura e alla sanità pubblica e una riforma vera del fisco e dei salari. E poi siamo in campo – ha proseguito – per sventare il tentativo di stravolgere la nostra Costituzione attraverso i disegni di legge su Autonomia differenziata e Premierato, che contrasteremo con tutti i mezzi e le forze a nostra disposizione».
Sui referendum pone l’accento anche Giove: «Per tutelare il lavoro e la dignità dei lavoratori presenteremo quesiti referendari cominceremo il prossimo 25 aprile la raccolta delle firme abbiamo scelto il 25 aprile perché riteniamo che bisogna liberare il lavoro dalla sudditanza nei confronti del profitto e dell’impresa e della ricattabilità delle lavoratrici e dei lavoratori» – conclude il segretario organizzativo della Cgil nazionale.