Il 27 gennaio 1945 terminava il capitolo più buio della storia dell’umanità con la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. In quelle pagine, c’è la storia di milioni di donne, uomini, bambine e bambini deportati, privati della loro dignità e della loro vita nei campi di sterminio nazisti.
Il ricordo non è solo un dovere verso le vittime. È anche un impegno collettivo per il presente e il futuro. Perché ogni atto di memoria è un monito contro l’indifferenza, il razzismo e l’odio che ancora oggi minacciano la nostra società.
Il passato ci insegna che il silenzio e l’indifferenza possono rendere possibile l’orrore. Non siamo e non saremo mai fuori pericolo. Per questo, dobbiamo essere vigili e difendere i valori della libertà, dell’uguaglianza e della giustizia, opponendoci con fermezza a ogni forma di discriminazione.
Ricordare non è solo guardare indietro, ma costruire un futuro in cui l’umanità prevalga sull’odio, perché 𝐍𝐎𝐍 𝐒𝐈𝐀 𝐌𝐀𝐈 𝐏𝐈𝐔’