Nando Pagnoncelli, numero uno di Ipsos, ha presentato la sua consueta istantanea,che scatta dopo ogni turno elettorale, con l’identikit degli elettori di ciascuna forza politica.
Il primo dato che emerge con chiarezza, è come Fratelli d’Italia, conquistando quasi 6 milioni di consensi in più rispetto al 2018, sia diventato il partito più votato dagli operai (34,6%). A ruota seguono, tra le mitiche tute blu, il M5S (16,4%) e la Lega (13,4%), mentre solo al quarto posto c’è il Pd, ovvero l’erede storico della sinistra nel nostro Paese.
Altre indicazioni dalle urne: FdI è il partito più votato da chi ha redditi medi e bassi, ma anche dal ceto più ricco (23,4%): “Fino a poche settimane fa questo primato era del Pd , osserva Pagnoncelli , poi c’è stato l’effetto novità di Meloni a fare da traino”. Si tratta dell’effetto più rilevante degli ultimi anni, che ha innescato grandi performance e crolli abbastanza repentini. Meloni, in questa rilevazione, è avanti in tutti i segmenti sociali, anche in quello di imprenditori e manager.
Sul fronte socioculturale poi un’altra novità eclatante: FdI è la forza più votata da impiegati e insegnanti, da sempre roccaforte dem scesi al 21%.
».Meloni si avvia a diventare la prima premier donna della Repubblica, ma il voto femminile per FdI (24,2%), seppur di poco, è rimasto inferiore a quello maschile 27,8%, per il fatto che metà dell’elettorato in ingresso( ricordiamo che l’analisi è rapportata ai giovani che votavano la prima volta) arriva dalla Lega, che tradizionalmente vanta più uomini.
Per quanto riguarda il livello di istruzione, il partito più votato dai laureati si conferma il Pd (24,8%), seguito da Fratelli d’Italia, che però riceve il maggior numero di consensi anche da chi ha livelli di scolarità minimi (29%).
Il Terzo polo. Riguardo la joint venture tra Azione e Italia viva, Pagnoncelli rileva: “Analizzando i flussi elettorali, emerge chiaramente come questa forza abbia pescato più nel centrosinistra” Si tratta di un elettorato più istruito, soprattutto tra giovani e ceti più dinamici, tra i quali l’appeal è stato di gran lunga maggiore” In realtà Azione e Italia viva non sono riusciti a sfondare perché avrebbero avuto bisogno di una campagna più lunga per farsi conoscere” Prosegue Pagnoncelli. Analizzando il crollo della Lega (circa 3,2 milioni persi), il dato più interessante che emerge è il drastico ridimensionamento dei voti raccolti tra commercianti e artigiani (solo il 4,7%), finora zoccolo duro del Carroccio. Un capitale enorme, quest’ultimo, passato quasi in blocco a Meloni, che incassa appunto il favore più alto tra i commercianti: 30,2%.
Tra i disoccupati la forza più votata è il Movimento cinque Stelle a trazione Conte, che pur avendo perso 6,4 milioni di voti rispetto alle precedenti Politiche ha conquistato il 15,6% grazie alla martellante campagna del leader Giuseppe Conte, che negli ultimi 15 giorni ha battuto a tappeto il Sud, concentrandosi sul sostegno con reddito di cittadinanza e salario minimo.
Altro dato interessante riguarda gli elettori tra i 18 e i 34 anni: i due partiti più votati sono M5S (20,9%) e Pd (18,7%). “I Cinque stelle vanno forte tra i giovani, tra i quali va considerato come la prospettiva occupazionale rappresenti un miraggio – spiega ancora Pagnoncelli -. Perciò una forza che mette al centro del programma reddito e salario minimo diventa molto attrattiva”. Rilevante, però, è il fatto che i ragazzi rappresentino anche la fetta più ampia (42,7%) di chi non è andato a votare in questa tornata elettorale, con l’affluenza più bassa della storia: 63,8%. Sempre sul fronte anagrafico, FdI incassa il primato dell’elettorato over 65 (28,2%), seguito a ruota da Pd (25,2%) e Lega (9,2%).
Qualche voto al centrodestra è stato sottratto, ma senza danneggiarlo in maniera rilevante, mentre Forza Italia, pur avendo perso 2,3 milioni di voti rispetto al 2018, ha resistito con discreto successo proprio all’assalto del tandem Calenda-Renzi.