Riempire Piazza Matteotti il 1 dicembre per far sentire la voce delle lavoratrici e dei lavoratori, dei pensionati e degli studenti ad un Governo sordo e cieco. Questo l’obiettivo del convegno, partecipato e condiviso, che ieri mattina si è tenuto presso il Salone dei Bottiglieri, nel Palazzo della provincia. L’incontro, organizzato dallo Spi Cgil e la Cgil Salerno, è stato propedeutico e necessario a chiarire in maniera esaustiva tutti i perché No alla legge di Bilancio. Fondamentale e, al contempo, strategica la presenza della politica, di sinistra, che deve sostenere e amplificare le battaglie dei sindacati in virtù di un percorso che possa arrivare a costruire una società più equa e più giusta per tutti, soprattutto per le categorie più fragili.
Ha aperto e condotto la discussione Arturo Sessa Segretario Generale dello SPI di Salerno che, entrando nel merito della questione, ha spiegato l’importanza e le motivazioni dell’iniziativa. «Questa manovra finanziaria- ha detto Sessa-penalizza pensionati e dipendenti pubblici a cui vengono sottratte centinaia di euro al mese per via di un calcolo assolutamente sbagliato e ignobile».
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, i lavori sono stati introdotti da Antonio Apadula, Segretario Generale della CGIL di Salerno, che, in prima battuta ha posto l’accento sulla morte di Giulia Cecchettin e di tutte le donne vittime di femminicidio: una condanna totale che non trova giustificazione né alcuna ragione. «La nostra ostinata battaglia non è soltanto un No alla legge di Bilancio, è una richiesta di ascolto. La stessa richiesta che abbiamo avanzato per mesi e mesi senza mai essere ascoltati da questo Governo che non conosce il prezzo del pane, sulle cui tasche non pesano gli aumenti della benzina. Basta con i tagli, con i sacrifici che dobbiamo fare solo noi. Ci tolgono il presente, prima ancora del futuro».
La manovra finanziaria che si appresta ad essere approvata dal Governo Meloni non risponde ai bisogni ed alle esigenze reali dei cittadini: non risponde all’emergenza salariale; non incrementa la spesa sanitaria; taglia le risorse alla scuola pubblica, alle politiche sociali; taglia gli investimenti pubblici e sulle infrastrutture, dimenticando il Mezzogiorno.
«Sono 5milioni gli italiani che vivono in una condizione di povertà assoluta, un milione di questi sono bambini – ha spiegato la Senatrice Mariolina Castellone, del M5S-. Invece di migliorare e potenziare il reddito di cittadinanza prevedendo il salario minimo, hanno tolto ogni possibilità di una vita dignitosa. Al contempo, investono 12 miliardi di euro per la costruzione di un ponte inutile sullo stretto. Hanno ipotecato un Ministero. Poi ci dovranno spiegare cosa se ne faranno di un ponte senza strade e ferrovie».
Sulla questione politica va dritto al punto, l’onorevole Piero De Luca del Partito Democratico. «Le forze politiche di sinistra, pur conservando la propria autonomia, devono fare fronte comune per smascherare le bugie propagandistiche di questo Governo – ha affermato De Luca-. Hanno tagliato centomila posti negli asili nido pubblici. Come si sostengono in questo modo le famiglie e le donne? Hanno tagliato oltre 9miliardi agli enti locali. Questi soldi non li hanno tolti ai sindaci, ma alle comunità. Noi saremo a Napoli, allo sciopero generale, al fianco della Cgil e della Uil».
Dello stesso tenore l’intervento dell’onorevole Franco Mari, di Sinistra Italiana. «Lo sciopero generale è un fatto politico, ma anche uno strumento per rivendicare e dare sostanza alle nostre proposte – ha spiegato Mari-. E’ la possibilità di guardare al futuro».
Nicola Ricci Segretario Generale Regionale CGIL Napoli-Campania entra nel merito della questione lavoro, pensioni e salari. «1,2 milioni di pensionati non arriva a percepire 900euro al mese in pensione. Fisco, sanità, lavoro e contratti: dobbiamo intervenire strutturalmente sulle pensioni e sui salari».
Infine, l’appello ai giovani del Segretario Generale Regionale SPI CGIL Napoli-Campania, Franco Tavella. «Come pensionati siamo sempre qui, numerosi, pronti a dare battaglia per la tutela dei diritti – ha dichiarato Tavella-. Il nostro compito però sarà quello di trovare un modo di coinvolgere i giovani in queste tematiche non hanno ripercussioni solo sulle pensioni, ma anche e soprattutto, vanno a incidere proprio sul loro presente e sul loro futuro».