Nella tarda mattinata di oggi una tragedia immane si è consumata nel cuore della città di Scafati. Un giovanissimo di 21 anni, residente a Poggiomarino ha perso la vita mentre stava lavorando in un cantiere edile, alla ristrutturazione di un palazzo privato. Non è compito della Cgil scendere nel dettaglio della dinamica. Non è compito del Sindacato seguire le indagini. I perché e i per come verranno stabiliti dalle Autorità preposte che hanno aperto le indagini.
E’ nostro compito, invece, intervenire sulla ennesima tragedia umana che si è consumata poche ore fa su un cantiere. Alla famiglia ed ai propri cari va il più sincero cordoglio della Cgil Salerno e di tutte le sue categorie.
«Piangiamo un altro figlio – commenta Antonio Apadula, Segretario Generale della Cgil Salerno-. Lo facciamo senza più lacrime. C’è dolore e c’è rabbia. Questo ragazzo giovanissimo questa mattina è uscito di casa per andare a lavoro. Stasera tornerà a casa in una bara. A quante scene come questa dobbiamo ancora assistere affinché in questo Paese, da nord a sud, cambino le regole e venga garantita sicurezza nei luoghi di lavoro? È una mattanza, un lutto continuo. Ci stringiamo al dolore della famiglia di questo giovane ucciso sul lavoro con la complicità di quanti tacciono davanti all’assenza di regole precise che possono azzerare queste tragedie che quasi mai derivano da una incontrollabile fatalità. Lo Stato ci dica se c’è e da che parte sta».
«Un altro decesso prematuro che andrà ad ingrossare le statistiche fredde e asettiche di morti impunite senza che nessuno paghi per questi “omicidi”. Mille e quarantuno sono i morti dello scorso anno – spiega Luca Daniele, Segretario Generale Cgil Fillea -. Dall’inizio di quest’anno sembra che l’incidenza dei casi sia ancora maggiore. Appalti, subappalti, nessuna regola precisa, poche norme rispettate. Stiamo chiedendo a gran voce e da anni una maggiore tutela dei diritti dei lavoratori, a partire dalla sicurezza, passando per il contrasto al lavoro precario e senza tutele, fino alla richiesta di assunzione di almeno 10mila nuovi ispettori del lavoro. La politica adesso è tenuta a dare un segnale chiaro e forte se vuole sperare di potersi definire ancora un Paese civile».