E’ da Napoli, capitale del Mezzogiorno, che si leva il grido di pace e di giustizia sociale. E’ a Napoli che oggi sono confluite migliaia di persone per fermare l’attacco alla nostra #Costituzione. E’ per Napoli e per il Sud che si rifiuta in maniera categorica l’idea criminosa di dividere ciò che le madri e i padri costituenti hanno unito: l’#Italia.
La Cgil di Salerno ha risposto in maniera compatta e coesa all’ennesima tappa di un viaggio, quello de La Via Maestra che percorre i passi necessari affinché non si deteriori, sotto le macerie di una politica becera, il sogno di un futuro possibile.
Dignità, sicurezza sul lavoro, certezza del domani per i giovani costretti a mettere i propri affetti ed effetti personali nelle valigie, di corsa, verso l’altrove, per non scendere a compromessi.
Negli ultimi dieci anni, ha detto il giornalista Massimo Giannini, oltre 3 milioni di giovani hanno lasciato le proprie case e la propria terra in cerca di un #lavoro in Europa o nel Mondo che potesse garantir loro il futuro
Mentre il Governo e l’Europa sono sempre più lanciati nella corsa agli armamenti, vengono completamente dimenticati i principi essenziali per poter vivere una vita di pace, di accoglienza e di fratellanza.
«Con la nostra presenza, anche oggi, abbiamo compiuto un altro passo importante – afferma Antonio Apadula, Segretario Generale Cgil Salerno-. Abbiamo ribadito, accanto ad altre donne e ad altri uomini d’ogni parte d’Italia, la necessità di affermare che la giustizia sociale non è solo una bellissima ideologia nella quale rifugiarsi per trovare conforto tra un’ingiustizia e l’altra. La giustizia sociale è una realtà possibile, afferrabile: solo così possiamo dare valore e senso all’umanità che ripudia la logica del mero profitto.
Non cederemo di un passo né sulla pace né sull’autonomia differenziata. A vele spiegate, procede la campagna referendaria sul lavoro. Nelle piazze e per le strade, in queste settimane abbiamo incontrato migliaia di persone da nord a sud di #Salerno. Ci hanno chiesto di portare avanti questa battaglia, di continuare affinché il lavoro sia davvero sicuro, garantito, tutelato, dignitoso per tutte e per tutti.
Concludo citando il Segretario Generale Maurizio Landini: Restiamo uniti, nel nome della Costituzione».