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COVID: LIBERI TUTTI?

COVID 19: LIBERI TUTTI?

La pandemia sembra stia finendo, (Cina a parte,su cui si ritornerà in un report successivo) e quindi si possono fare dei primi consuntivi. Alcuni dati eclatanti: il 10% degli italiani ormai ha rinunciato a farsi curare, e la spesa privata è salita (per chi può permettersela) a 37 miliardi l’anno. Una tale situazione produce quasi più morti del Covid, ma vediamo i dati in base all’ultimo report ISS ( Istituto Superiore della Sanità),del 4 gennaio 2023.
In Italia l’indice di contagi (RT) è in calo: 0,78. Nelle terapie intensive solo il 3% dei letti sono occupati da malati Covid. Da giugno 2022 i decessi per Covid, in Italia, si sono stabilizzati attorno alle 40-50 unità al giorno (su oltre 1.900 morti per tutte le cause), in luglio-agosto sono triplicati, molto ha influito il clima africano, e non è azzardato pensare che molti decessi per il caldo, siano stati classificati “per Covid”.
In dicembre sono saliti a 100 al giorno, come di solito avviene in inverno, per le malattie respiratorie, in gennaio sono scesi a 80; oggi la mortalità è nettamente minore di quella del 2020: ben 196 volte inferiore rispetto all’inizio della pandemia.
Il nuovo virus (Covid-22 e non più Covid-19) si presenta con sintomi molto più lievi, localizzati nelle alte vie respiratorie, mentre nella prima fase produceva una polmonite interstiziale, oggi determina serie conseguenze solo nei fragili, e in anziani con pregresse patologie per cui, si pensa che sia questo il motivo per cui molti rinunciano alla 4^ dose.
I vaccini hanno ridotto di molto l’effetto patogeno, ma non hanno prevenuto i contagi, che hanno avuto un’impennata, raggiungendo circa 25 milioni di italiani ma che, probabilmente, è estesa a 35 milioni e forse più. L’immunità naturale, è una potente difesa contro la re-infezione che colpisce 8,2%, ma è un percorso molto lungo quello dell’immunità di gregge!
Anche la mortalità, per altre cause, nel 2022 scende, anche se molto poco. Infatti, nel 2022, si registrano meno morti del 2021, nonostante gli oltre 11mila decessi in più, per il grande caldo dell’estate scorsa. A questo conteggio, vanno aggiunti i molti decessi (non Covid) per le mancate cure oncologiche, e la prevenzione tumori; se si pensa che durante la pandemia siano saltati il 16% di screening oncologici, il 14,6% di accessi dei malati cronici, il 14,9% di operazioni per asportazione di tumori.
Secondo Istat chi rinuncia alle cure è salito dai 3,4 milioni del 2019 ai 5,6 del 2022 (10% della popolazione) e per Ocse siamo il paese che ha ridotto di più le cure per altre patologie, durante il Covid.
I morti “per Covid” del 2022 sono, con ogni probabilità, molti meno di quelli del 2020 e del 2021. Decessi che ci sono sempre stati, anche negli anni scorsi, in media d’anno 25.322 dal 2015 al 2019 per tutte le infezioni; dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità . Nel 2020 abbiamo avuto 100.526 morti in eccesso per tutte le cause, rispetto alla media 2015-19, di cui 73 mila “per Covid”. Nel 2021 i decessi in eccesso sono stati 63.415, di cui 64mila per Covid e nei primi 10 mesi del 2022 abbiamo avuto un eccesso di 47mila morti, che sarebbero quasi tutti per Covid (fonte: Istat).
Se nel 2023 si potesse ritornare alla “trincea delle cure domiciliari”, come la chiama Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco; l’ospedale potrebbe essere l’ultima cura. Dando priorità alla lotta contro le infezioni batteriche in ospedale, potremmo tornare alla mortalità complessiva normale degli anni 2015-19, pur in presenza del Covid che dicono, gli esperti, rimarrà comunque come virus endemico, come l’influenza.

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