Gremita da migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno raggiunto Napoli da tutta la Campania. Così si è presentata questa mattina piazza Matteotti, simbolo dell’antifascismo per eccellenza. Il colore rosso della Cgil e quello azzurro della Uil sono diventati i colori simbolo di una nuova lotta per la tutela della democrazia.
Il corteo degli scioperanti, giunto da piazza Mancini, si è riunito facendo un minuto di rumore in nome di Giulia e di tutte le donne che sono morte per mano di chi diceva di amarle.
Dopo gli interventi delle rappresentanze di entrambi sindacati che hanno ribadito tutti i perché no alla legge di bilancio che sostanzialmente non solo taglia la spesa pubblica in tutti i settori strategici quali scuola, politiche sociali, sanità e pensioni, ma non investe nella creazione di nuovi posti di lavoro, aumentando in maniera sostanziale il divario tra nord e sud.
800mila giovani, 300mila dei quali diplomati e laureati, sono stati costretti a lasciare le proprie città di origine e, in molti casi, l’Italia per cercare lavoro in Europa. Un esodo che non accenna a diminuire e che pronto a moltiplicare i numeri senza azioni politiche che invertano la tendenza.
«Siamo dalla parte giusta- afferma Antonio Apadula, Segretario generale della Cgil Salerno-. Lo dicono i numeri della piazza di questa mattina. Centinaia di Salernitani hanno incrociato le braccia e svuotato i luoghi di lavoro per manifestare dissenso e preoccupazione per le scelte che si stanno per compiere a Roma. Con oggi non si conclude la nostra azione. Le forze sindacali oggi si impegnano ancora e di più a sostenere ogni azione possibile per sconfiggere il precariato, migliorare la qualità del lavoro e le condizioni di vita di tutti e di ciascuno. Se non ci sentono, urleremo ancora più forte».